CEB GENNAIO 2020
TemaLa Chiesa, pellegrina, porta nel suo corpo i segni gioiosi e dolenti dell’umanità.
Introduzione
Gioia e dolore sono temi complessi,  intorno ai quali ruotano i più grandi interrogativi della nostra esistenza. Da  sempre l’uomo si è chiesto perchè esiste il dolore e come questo possa  convivere con la gioia.
La Chiesa ci invita ad affrontare le  situazioni che l’esistenza ci presenta con fede profonda, tenendo sempre  presente che la croce è il simbolo delle esperienze più dolorose della vita  (ingiustizia, malvagità, tradimento, abbandono, morte…), ma rappresenta  soprattutto la salvezza e la redenzione di tutta l’umanità, quindi la gioia  dell’incontro con Dio.
La  sofferenza è un’esperienza universale e quotidiana che prima o poi siamo  chiamati ad affrontare, fa parte del nostro cammino terreno. Comprende tutte le  dimensioni della persona: sofferenza fisica, spirituale, psichica, affettiva,  morale, sociale…
PARTE  PRIMA
Visione della realtà 
Domanda: 
- Rifiuto, rabbia, isolamento sono le più comuni reazioni di fronte ai fatti più dolorosi.
Secondo voi, dopo questo comprensibile stato d’animo, come dovremmo  affrontare le avversità della vita per impedire di essere annientati dal dolore  e riscoprire la gioia di vivere?
  PARTE  SECONDA
  Illuminazione biblica 
  Il dolore  destabilizza le nostre certezze, è travolgente e annebbiante, ci fa capire che  non siamo onnipotenti ma fragili e ci fa sprofondare in un mare profondo e buio  dove ci sentiamo soli e impotenti, per questo siamo più marcati dalle  esperienze dolorose che da quelle gioiose. Ma la sofferenza non è solo oscurità  e desolazione, possiede una capacità rigeneratrice ed educativa: se non ci  fosse il dolore non saremmo in grado di apprezzare la felicità che è la vera  natura dell’esistenza e di comprendere il valore della vita.
  Anche Gesù, mentre si avvicinava il  dramma della passione e morte, sentendosi abbandonato dai discepoli che non  seppero vegliare con Lui prova tristezza e angoscia per quello che stava per  accadere, ma trova anche la forza nell’obbedienza al Padre.
  Matteo 26,36-44  (La passione interiore)
  Gesù andò con (gli apostoli) in un podere,  chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a  pregare”. E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo cominciò a provar5e  tristezza e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte;  restate qui e vegliate con me”. E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia  a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo  calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Poi tornò dai discepoli e  li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di  vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione.  Lo Spirito è pronto, ma la carne è debole”. E di nuovo, allontanatosi, pregava  dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo  beva, sia fatta la tua volontà”. E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano,  perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò da loro  e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
  Matteo 5,1-12
  Il Signore non lascia nessuno solo  nel dolore. La sua Parola, per chi l’accoglie, è un potente ricostituente per  ritrovare forza e coraggio nei momenti più critici.
  Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e,  messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la  Parola, li ammaestrava dicendo: ”Beati i poveri in Spirito, perché di essi è il  Regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti,  perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della  giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno  misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori  di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio, Beati i perseguitati per causa  della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli. Beati quando vi  insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro  di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra  ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Siracide 30,21-25 
  La  gioia è richiesta dalla stessa natura dell’uomo, è un bisogno un suo diritto.  Dio vuole che tutti i suoi figli siano gioiosi.
  Non  abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi pensieri. La gioia del  cuore è vita per l’uomo, l’allegria di un uomo è lunga vita. Distrai la tua  anima, consola il tuo cuore, tieni lontana la malinconia. La malinconia ha  rovinato molti, da essa non si ricava nulla di buono. Gelosia e ira accorciano  i giorni, la preoccupazione anticipa la vecchiaia. Un cuore sereno è anche  felice davanti ai cibi, quello che mangia   egli gusta.
PARTE  TERZA 
  Confronto e preghiera 
  La storia dell’uomo è disseminata  più di sofferenza che di gioia, però se è illuminata dalla fede anche il dolore  trova un senso. La vocazione del cristiano è quella di vivere e comunicare la  gioia che viene accogliendo la Parola di Dio.
  Domanda 
- Come abbiamo reagito di fronte ai fatti dolorosi che ci sono capitati? A cosa ci siamo aggrappati per superarli? La nostra fede è abbastanza forte da non temere il dolore e portarci la gioia nel cuore?
(Ora facciamo un momento di silenzio e ognuno dà la  sua risposta a Dio nel proprio cuore)    
  Preghiamo insieme dicendo: “Ascoltaci  Signore”!
- Facci accogliere sia la gioia che il dolore come tuoi doni. Preghiamo!
- Aiutaci nei momenti più difficili a non sentirci abbandonati e a trovare in te conforto e speranza. Preghiamo!
- Facci tenere un cuore buono anche nei momenti più bui della nostra esistenza. Preghiamo!
- Fa’ che il nostro dolore non sia sterile ma ci renda persone migliori. Preghiamo!
- Nonostante i nostri limiti aiutaci ad essere fonte di gioia in famiglia e nella comunità. Preghiamo!
- Insegnaci ad aiutare umilmente chi è in difficoltà, condividendo la sofferenza, e a gioire con chi gioisce senza provare invidia. Preghiamo!
PARTE  QUARTA 
  Impegno 
  Il dolore è universale ma è  soprattutto un fatto personale. Spesso quando proviamo a consolare le persone  sofferenti ci sentiamo dire “Tu non puoi capire, tu non hai provato…”.
- Quali sono gli atteggiamenti da evitare e quali da mettere in atto per dare conforto a chi sta soffrendo?
Revisione
- Festa dell’Immacolata
- S. Natale
- Falò della fraternità
Per quali aspetti ci pare che questi momenti di festa siano riusciti come festa della comunità?
Conclusione 
  Si conclude con la recita del Padre nostro. L’immagine  della Madonna e dell’Eucaristia viene consegnata alla famiglia che ospiterà il  Gruppo o la CEB  nel prossimo incontro.
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