Capitolo 5.1.1

Comportamento dei diversi gruppi umani in questa fase del processo educativo

Questa fase del processo integrativo venne vissuta dalla gente in maniera molto contraddittoria. Infatti, se da una parte c’era una diffusa accettazione di quanto veniva proposto dalla parrocchia, dall’altra c’era il sorgere di frequenti reazioni a tali iniziative. Le ragioni di questi conflitti erano prevedibili per il fatto che le varie iniziative costituivano per la gente un continuo invito a uscire dal proprio isolamento per aprirsi agli altri. Questo comportava sforzo e superamento di barriere psicologiche e di certe difficoltà che non era facile ottenere. Le sicurezze dove ciascuno tentava di rifugiarsi erano la casa, la privacy e certa religiosità a pratiche fisse e ripetitive, per cui il metterle in discussione significava, naturalmente, suscitare reazioni, talvolta anche molto forti. I problemi sembravano aumentare di giorno in giorno, le chiusure e le diffidenze divenire sempre più marcate. Il programma della parrocchia veniva messo a dura prova ma le iniziative, in effetti, riuscivano a infrangere certe barriere, a creare il clima e le condizioni per una maggiore fiducia e a far sì che l’ incontro tra famiglie diventasse più facile e frequente. Pian piano si maturò la convinzione che solo vivendo nella reciproca accettazione ed accoglienza si può sperimentare la fraternità. La gente andava assumendo un atteggiamento diverso di fronte alla vita e all’esistenza quotidiana, un atteggiamento segnato dal desiderio di voler costruire qualcosa di nuovo, più umano rispetto al passato. Ed è stato questo atteggiamento che permise la nascita dei gruppi familiari e il loro lento consolidarsi. La novità di questo modo di ritrovarsi per discutere e dialogare, per stabilire nuovi rapporti e rafforzare i legami di amicizia esistenti, aveva creato aspettative e fatto nascere l’illusione che le riunioni di gruppo dovessero essere 1‘espressione della vera fraternità e non invece l’occasione per crearla. Dopo un certo tempo, alcuni, essendosi accorti che il cammino esigeva sempre di più un cambiamento di mentalità e un adeguamento della vita ai valori del Vangelo, incominciarono a mettersi in disparte e a cercare pretesti per abbandonare il campo. Altri invece che prima erano stati nell‘ombra, diedero la loro adesione. 
I gruppi familiari, come ogni altra realtà che tende ad affermarsi ed avere il proprio spazio nella realtà sociale in cui operava, hanno trovato una dura opposizione da parte di coloro che s’erano ritirati o che non si erano mai lasciati coinvolgere. L’opposizione si fece molto dura verso coloro che sostenevano il progetto della parrocchia, che partecipavano attivamente alla vita della comunità, che tentavano di costruire il bene del paese, e verso tutte quelle iniziative che miravano ad aiutare i cittadini a capire il senso della vita e a lasciarsi coinvolgere sempre più come protagonisti nella gestione della cosa pubblica. 
Era inevitabile che anche i gruppi umani esistenti nel paese prendessero posizione di fronte a un programma di iniziative che mirava ad affermare il concetto di uguaglianza e a porre tutti i cittadini su un piano di pari dignità e valore. L’atteggiamento più rigido fu assunto proprio da coloro che miravano al potere per dominare sugli altri. Non si può negare che il più delle volte i cambiamenti e gli sviluppi della società derivano da conflitti o li generano. Infatti, questi conflitti sono da considerarsi parte del processo di integrazione sociale,e un modo per raggiungere una certa unità,ma rischiano anche di divenire un processo disgiuntivo o dissociativo. Di fronte a certi conflitti c’era veramente da temere il peggio, basti pensare a quello che si è verificato quando un gruppo di cittadini ha deciso di bloccare il Comune per impedire il corso di una delibera che avrebbe definitivamente pregiudicato la costruzione dell’acquedotto Medata, il quale doveva garantire acqua di sorgente al paese.
L’appoggio dato all‘iniziativa popolare da parte dell‘équipe parrocchiale è stata la scintilla che ha provocato l’incendio. L’accusa lanciata nei suoi confronti era di connivenza con movimenti e ideologie di sinistra. La reazione contraria è stata forte, soprattutto da parte di un gruppo di cittadini, perché al governo della cosa pubblica, in quel momento, era uno di loro. Da allora buona parte di essi assunse un atteggiamento critico nei confronti della parrocchia dando vita anche, come si è visto, ad una associazione che facesse da controaltare alle iniziative parrocchiali. Di fronte a questo fatto gli altri cittadini si comportarono in modi diversi: alcuni, che avevano una certa sensibilità per i problemi umani e sociali, furono stimolati a maggior serietà e impegno, altri che prima si erano tenuti a distanza ostentando una certa indifferenza, cominciarono a interessarsi dei problemi della collettività; altri ancora che precedentemente si erano impegnati, trovarono motivo per abbandonare graduatamente il campo. Di fronte a questa crisi fu ritenuto indispensabile puntare con forza sui valori di fondo per ritrovare una certa unità. Riconoscersi in un destino collettivo, ritrovare la propria umanità nella partecipazione attiva alla vita e alla sorte di un popolo, significava concordare in un insieme di valori comuni assunti come fondamento e orizzonti della vita associata. Saranno proprio questi valori a costituire il tessuto connettivo e l’intelaiatura su cui far convergere le forze per costruire l’unità. A distanza di tempo si può affermare che, tutto sommato,il conflitto sia stato un momento importante per la crescita delle persone e la sviluppa dei rapporti interpersonali.
Le situazioni conflittuali, infatti, han permesso una comprensione più ampia degli altri e hanno migliorato la capacità di rapportarsi con tutto ciò che si configura “diverso”. La gestione di questa realtà, oltre ad esigere competenza e lucidità di analisi, ha richiesto particolare attenzione ed equilibrio in chi aveva un ruolo educativo nei confronti di questa popolo. 

Indice Capitolo 5.1.1

1. Da aggregato alla coesione sociale
2. Catechesi
3. Centro Comunitario
5. Centro Culturale
6. Settimana della Fraternità

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